mercoledì 16 febbraio 2011

Verbali e filmati alla base del decreto del gip di Milano che ha portato al rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi

MILANO - Sono 27 le pagine del decreto con cui il gip di Milano Cristina Di Censo ha deciso il giudizio immediato per Silvio Berlusconi accusato di concussione e prostituzione minorile nell'ambito del caso Ruby. Per motivare la sua decisione il giudice elenca, a partire dalla ricostruzione della famosa notte in Questura, tutti gli elementi di prova contro il premier. Si tratta di più verbali di Karima-Ruby e di un elenco delle serate trascorse ad Arcore, oltre a denaro in possesso della minorenne.
LE FONTI DI PROVA - Tra le altre fonti di prova citate dal Gip ci sono verbali «di assunzione informazioni» di Ruby e quelli che riguardano «persone in contatto con lei»; il «concorso "una ragazza per il cinema" del 3 settembre 2009», al quale partecipò anche Emilio Fede (in quell'occasione la giovane marocchina dichiarò di essere minorenne, ndr), poi «la disponibilità di ingenti somme di denaro da parte di Ruby»; l'analisi delle «celle telefoniche delle presenze ad Arcore di Ruby dal 14 febraio 2010 al 2 maggio 2010»; le intercettazioni telefoniche che dimostrano lo svolgimento di alcune serate ad Arcore, nel gennaio, nel luglio, nell'agosto e nel settembre 2010; il video del settimanale «Oggi» (che vede alcune ragazze entrare senza essere sottoposte a controlli nella residenza del premier, ndr); la serata a Villa Campari del 4 settembre 2010; «i rapporti tra Lele Mora ed Emilio Fede per l'organizzaione delle serate testimoniate da conversazioni telefoniche» tra il 10 agosto e il 24 ottobre 2010; la gestione degli appartamenti di via Olgettina e le elargizioni di denaro «per il tramite di Giuseppe Spinelli, fiduciario di Sivio Berlusconi.
«PLURIME E VARIEGATE» - La prova a carico di Silvio Berlusconi, si legge nell'introduzione, «appare evidente in ragione dei contenuti delle plurime e variegate fonti di prova tutte riferite e pertinenti i capi d'imputazione». Il lungo elenco delle fonti di prova da pagina 11 a pagina 27 del decreto, comprende: «gli accadimenti della notte tra il 27 e il 28 maggio 2010» quando Berlusconi chiamò la questura per far rilasciare Ruby e affidarla alla consigliera regionale Nicole Minetti; poi il «ricovero di Michelle Conceicao in day ospital il 27 maggio 2010», che fa riferimento al ricovero presso l'ospedale Mangiagalli della prostituta brasiliana a cui fu affidata Ruby in un secondo momento dopo essere consegnata alla Minetti.
«INTERVENTO INDEBITO» - Per il gip di Milano, Cristina di Censo, il premier agì fuori da prerogative istituzionali. Facendo riferimento alla telefonata che Berlusconi fece in Questura per chiedere di rilasciare la 17enne marocchina Ruby il gip parla di «indebito intervento nei confronti del Capo di Gabinetto della Questura di Milano, Piero Ostuni, e suo tramite di ulteriori funzionari della Questura». Un reato che, secondo il gip, «è stato compiuto da Silvio Berlusconi, sicuramente, con abuso della qualitá di presidente del Consiglio ma, altrettanto certamente al di fuori di qualsiasi prerogativa istituzionale e funzionale propria del presidente del Consiglio dei ministri».
IL CASO BERARDI - Tra le fonti di prova indicate dal Gip nei confronti di Silvio Berlusconi, c'è anche la prenenza di Iris Berardi, prostituta brasiliana, il 13 dicembre 2009 nella residenza del premier, quando era ancora minorenne; inoltre vengono citati «i bonifici da Silvio Berlusconi ad Alessandra Sorcinelli» e le « lamentele delle ragazze circa i pagamenti da Silvio Berlusconi e dal suo fiduciario Giuseppe Spinelli». Ancora, il Gip fa riferimento ai «rapporti tra Emilio Fede e Lele Mora in relazione al presunto prestito di denaro da parte di Silvio Berlusconi» e «una notazione della polizia giudiziaria della Guardia di Finanza relativa all'esito degli accertamenti di movimentazioni di denaro tra Silvio Berlusconi, Giuseoppe Spinelli, Lele Mora ed Emilio Fede».

ULTIM'ORABerlusconi, busta con proiettile e stella a 5 punte al Giornale Niente sesso senza governo: Belgio, il 'ricatto' delle mogli dei parlamentari

PUNTO MORTO POLITICO - Marleen Temmerman ha proposto l'astinenza sessuale come un modo per porre fine al punto morto politico che ha fatto seguito alle elezioni dello scorso giugno. Con 248 giorni senza esecutivo, il Belgio infatti è a un giorno dal record dell'Iraq (249). Al punto che un comico aveva suggerito agli uomini di smettere di radersi per protesta.
NIENTE SESSO SENZA GOVERNO - Ma siccome non ha funzionato, Temmerman ha rilanciato: niente sesso fino a quando non sarà stato formato il governo. Ed essendo anche una ginecologa rispettata, ha chiesto alle mogli e alle ragazze dei membri del partito di "tenere chiuse le gambe". Non soddisfatta ha esteso lo stesso invito ai partner "di ogni genere" di tutti i membri eletti nel Parlamento.
PROSTITUTE PAGATE PER NON LAVORARE - Temmerman ha affermato che una simile iniziativa ha già funzionato in Kenya nel 2009, quando le donne hanno fatto il voto di castità per disinnescare le crescenti tensioni tra i seguaci del presidente e quelli del primo ministro. E ha aggiunto la senatrice belga: "Alle prostitute keniane era stato offerto un compenso economico se avessero mostrato solidarietà femminile e avessero partecipato allo sciopero del sesso. L'impatto non è mai stato provato scientificamente, ma dopo solo una settimana c'era un governo stabile".
LA POLITICA DEL SESSO - Ma esiste un precedente anche nella Grecia Antica. Nella "Lisistrata" di Aristofane, si racconta di come le donne di due città-Stato rivali si misero d'accordo per astenersi dal sesso fino a quando i loro uomini non avessero fatto pace. Non sono però gli unici esempi di quella che il Daily Telegraph ha ribattezzato come "la politica del sesso", osservando: "Il sesso è risalito, con una suggestività senza ritegno, in cima all'agenda politica".
LADY SENZA VELI - L'esempio più eclatante lo abbiamo, guarda caso, proprio in casa nostra. Per il Telegraph, "la reputazione inattaccabile di Berlusconi appare straordinariamente intatta nonostante il flusso costante di indiscrezioni sul Bunga Bunga". E la manifestazione delle donne, scese in piazza a Roma contro i politici che non rispettano il corpo femminile, è un esempio perfetto di come sesso e politica anche in Italia vadano a braccetto. Ma anche in Inghilterra Sally Bercow, moglie dello speaker della Camera dei Comuni, si è fatta fotografare coperta solo da un lenzuolo, che ne lascia intravedere il meglio delle curve. Con tanto di intervista in cui dichiara: "Fare l'amore sotto il Big Ben è più sexy".

Il Milan stecca al ritorno in Europa Rossoneri sotto col Tottenham: 0-1 a San Siro

MILANO - Grave stecca del Milan a San Siro. Domina per quasi tutta la partita, poi, a dieci minuti dalla fine, la squadra di Allegri si lascia sorprendere scoperta in difesa, e le schegge del Tottenham la infilano senza pietà. Finisce 0-1. Annullato in pieno recupero anche un gol a Ibrahimovic, e come se non bastasse la sconfitta, dopo il fischio finale Gattuso, nervoso per tutto il secondo tempo, perde le staffe e sferra una testata a Joe Jordan, ex attaccante milanista ora nello staff tecnico degli Spurs. I due avevano avuto spesso da ridire anche durante la partita, ma Gattuso era stato trattenuto dai compagni di squadra. Dopo il fischio finale non ha più frenato la rabbia, e si è scagliato come un treno contro il tecnico inglese. Ora di scena vanno le altra tre supersiti italiane nelle coppe. Solo il Napoli per l'Europa League, e al San Paolo, giovedì col Villarreal. Mercoledì 16 tocca alla Roma che all'Olimpico affronta lo Shakhtar Donetsk. Per l'Inter (impegnata nel recupero) appuntamento la prossima settimana (23 febbraio): a San Siro affronta il Bayern nella rivincita della finale di un anno fa.

Il premier a processo, Alfano attacca: «In gioco la sovranità del Parlamento»


MILANO - Il rinvio a processo del premierSilvio Berlusconi scatena veementi reazioni politiche. Il Pdl fa quadrato attorno al presidente del Consiglio e assicura che il governo andrà avanti. Fortissima la reazione del ministro della Giustizia Angelino Alfano, secondo il quale «il fatto che il gip di Milano abbia disposto il processo immediato nei confronti del premier Silvio Berlusconi significa che non ha tenuto conto di quanto votato le settimane scorse dalla Camera, dunque - afferma il Guardasigilli - questo è un tema che attiene l'autonomia, la sovranità e l'indipendenza del Parlamento». Dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani arriva invece una richiesta precisa. «Io chiedo le elezioni anticipate - ha detto il segretario dei democratici. Berlusconi è un fine costituzionalista ed essendo tale ha detto la sua. Un po' di studio in più sulla Costituzione non gli guasterebbe». Dura anche la reazione diFamiglia Cristiana. «La sentenza in mano a tre signore. Viene subito in mente la nemesi. Tu, Berlusconi, delle donne ti sei servito, e in malo modo; le stesse donne faranno giustizia» è il commento alla notizia del rito immediato per Berlusconi, che il settimanale affida a un editorialeon line. «Con l'aria che tira - si legge nel testo - la notizia non è il rinvio a giudizio immediato. È la composizione del collegio giudicante: tre donne».
Il caso Ruby
«FORTE MANDATO» - A chi gli chiedeva se il premier fosse disponibile ad un passo indietro, il ministro Alfano ha risposto: «E la presunzione di innocenza?». «Tutti gli indagati sono colpevoli e devono fare un passo indietro?», ha insistito Alfano. «Il Presidente del Consiglio ha un forte mandato conferitogli dagli italiani, un mandato non nato occasionalmente, ma reiterato in almeno tre circostanze nelle più recenti elezioni», ha ricordato. Non solo, ha insistito. «Il presupposto parlamentare non esiste», ha detto, perché «numerose volte negli ultimi 30-40 giorni è stato ribadito» il sostegno al governo. «In otto circostanze il governo ha avuto una netta prevalenza sull'unione di tutte le opposizioni», ha ricordato, «Di Pietro, Bersani, Fini e Casini, tutti insieme hanno perso otto volte. Vi è una legittimazione piena dell'esecutivo sia dal punto di vista della legittimità parlamentare sia da quella del consenso popolare, che anche le ultime rilevazioni confermano essere significativo e certamente più robusto di quelli dei partiti di opposizione».
PDL - «Come volevasi dimostrare. È proprio il caso di parlare di una giustizia ad orologeria che per Berlusconi è rapidissima, addirittura istantanea. Tutto questo procedimento è viziato alla radice dal fatto che trattandosi, visto il reato ascritto che è la concussione, di un'imputazione che per definizione riguarda il titolare di un pubblico incarico, nel nostro caso deve essere trattato dal tribunale dei ministri» sottolinea invece Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, alla notizia del rinvio a giudizio del presidente del Consiglio. «Il governo - aggiunge - va avanti, resistendo a questi tentativi di manomettere l'equilibrio politico del Paese». Per Daniele Capezzone, portavoce Pdl, «la decisione del gip di Milano ricalca un copione perfino scontato. La situazione è davvero paradossale: non ci sono né i reati né le vittime, ma c'è il processo a tamburo battente, e soprattutto c'è un processo mediatico già in corso da settimane sotto forma di gogna anti-premier». «Il silenzio dei garantisti di sinistra è un epitaffio politico per loro: è evidente il tentativo della sinistra, sconfitta sia nelle urne che nelle aule parlamentari, di usare la scorciatoia giudiziaria per una spallata. Ma non si illudano: non praevalebunt», conclude Capezzone.
Per il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo (Pdl) : «Il giudizio immediato disposto dal Gip nel processo farsa contro Silvio Berlusconi conferma che la via giudiziaria in Italia è la continuazione della politica con altri mezzi».
«Mi sembra tutto una grande costruzione mediatica con poco sostanza» e «non esiste alcuna ipotesi accusatoria» contro il premier sottolinea invece il presidente della Regione Roberto Formigoni(Pdl).
È in corso un vero e proprio attacco alla sovranità popolare e ad un'istituzione dello Stato. Il pericolo che i Padri Costituenti della Repubblica avevano immaginato, inserendo l'immunità parlamentare nella Costituzione, è oggi quanto mai reale». afferma invece il ministro dell'IstruzioneMariastella Gelmini (Pdl) che aggiunge: «Un potere dello Stato tenta di condizionare la volontà degli elettori e di stravolgere uno dei principi cardine di tutte le democrazie: l'equilibrio tra il potere giudiziario, legislativo ed esecutivo. Non è un problema del centrodestra o di Berlusconi, ma dell'Italia. L'anomalia del nostro Paese non è rappresentata da un presidente del Consiglio liberamente eletto, ma da una parte della magistratura che agisce con finalità politiche».
Franceschini
IL PD - «Berlusconi si proclama perseguitato ed innocente, allora si presenti davanti ai giudici». Così Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, ai giornalisti a Montecitorio. Più duro il vice Maran: «Rispettiamo l'autonomia della magistratura e ripetiamo, come facciamo da mesi e non da oggi che viene disposto il suo giudizio immediato per i reati di concussione e prostituzione minorile, che Berlusconi si deve dimettere. Lasci la presidenza del Consiglio, ci permetta di non essere lo zimbello del mondo. Liberi l'Italia».
Donadi
IDV - «Con il rinvio a giudizio da parte del gip del Tribunale di Milano la condizione politica del premier è sensibilmente mutata in peggio». È l'opinione di Silvana Mura deputata, dell'Italia dei valori. «Considerato che Silvio Berlusconi dovrà difendersi da accuse pesanti, sarebbe opportuno che lo facesse da privato cittadino invece che da premier, evitando di coinvolgere mediaticamente il governo in un processo che certo non farà bene all'immagine dell'Italia in particolare nello scenario internazionale».
UDC - «La vicenda Ruby deve essere chiarita al più presto» sottolinea invece il segretario Udc,Lorenzo Cesa. «Rispettiamo i magistrati milanesi che hanno scelto il rito abbreviato per Berlusconi, e nei confronti del premier siamo garantisti come per ogni imputato. Ci auguriamo che questa vicenda sia chiarita al più presto, nell'interesse delle istituzioni italiane», dice Cesa commentando il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi.
CGIL - «Il rinvio a giudizio dovrebbe comportare le dimissioni del premier» ha detto Susanna Camusso oggi a Bari. Un lungo applauso ha accompagnato la notizia data dalla leader Cgil della richiesta di rinvio a giudizio per Berlusconi. Camusso, che partecipava ad una assemblea regionale della sua organizzazione, ha detto: «In quel procedimento si dice che parti offese sono quella ragazza di cui conosciamo il nome e il ministero degli Interni. Se un primo giudizio possiamo darlo è che ancora si può credere che in questo paese la giustizia sia uguale per tutti».

Berlusconi: «Conti pubblici, continuiamo a tenerli in ordine»


Tremonti e Berlusconi (Fotogramma)
Tremonti e Berlusconi (Fotogramma)
MILANO - «Con l'accordo di oggi sulle piccole e medie imprese (Pmi) continua il lavoro del governo per tenere in ordine i conti del bilancio dello Stato». Lo ha detto Silvio Berlusconi annunciando insieme al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, l'intesa post-moratoria con Abi (Associazione banche italiane) e Confindustria per il credito alle Pmi. «Stiamo lavorando per approvare il federalismo fiscale, che servirà soprattutto a combattere e a ridurre l'evasione».
PMI - «Il nostro sistema è fatto di piccole e medie imprese, un imprenditore prima di licenziare un suo collaboratore ci pensa due volte, è un amico dei suoi dipendenti e questo ci ha datto la possibilità di avere la minore disoccupazione di tutta Europa», ha aggiunto il premier. «Quando leggo sui giornali articoli di validi opinionisti che sostengono che ilnostro Pil nel 2010 è cresciuto solo dell'1,1% e fanno il paragone con il Pil della Francia cresciuto dell'1,5%, vorrei ricordare che abbiamo ereditato il debito pubblico più elevato d'Europa, il terzo del mondo che ci costa 5 punti di Pil all'anno». Berlusconi ha spiegato le cause dell'arretratezza del sistema Italia, che a suo dire sono le infrastrutture carenti, le lungaggini burocratiche della pubblica amministrazione, fino al costo dell'energia e i «tempi assolutamente inaccettabili» della giustizia civile.
TREMONTI - Il governo finora ha tenuto in ordine i conti pubblici e adesso finalmente può aprirsi una fase nuova orientata alla crescita e allo sviluppo, ha aggiunto Tremonti. «Adesso si apre una fase di diversa attività, possiamo guardare al lato dello sviluppo economico. Lo possiamo fare in Europa quando presenteremo il piano ad aprile che dovrà essere un piano con i numeri. Adesso possiamo guardare alla crescita».

Berlusconi e il processo Ruby: «Non sono per niente preoccupato»


MILANO - Silvio Berlusconi«per amor di patria» del caso Ruby e della decisione sul rinvio a giudizio immediato presa ieri dal gip ha detto di non volere parlare Ma, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi con il ministro Tremonti, ha assicurato ai giornalisti di non essere «per niente preoccupato». E di essere tranquillo anche sulle possibilità di portare a termine la legislatura: «Per due anni e mezzo non abbiamo fatto tutte le riforme - ha spiegato - perchè rallentati da una componete statalista della maggioranza rappresentata da Fini e i suoi. Ora siamo sgravati da queste difficoltà e presto arriveremo a 325 deputati per fare tutte le principali riforme». E a chi gli faceva notare che in realtà la Lega aveva chiesto che l'asticella della maggioranza avrebbe dovuto essere posizionata a una quota più alta di 325, il Cavaliere ha spiegato che martedì sera Bossi e tutto lo stato maggiore del Carroccio «hanno passato tutta la sera con me, dichiarando la loro vicinanza e la loro volontà di continuare con questo governo: siamo quanto mai coesi e decisi a continuare la legislatura fino al suo termine naturale».Umberto Bossi, dal canto suo, ha risposto con una frase secca ai giornalisti che gli hanno riportato le parole di Berlusconi: «Se il governo ha i numeri si va avanti. Se non ci fossero, allora cade da solo».
«Non sono affatto preoccupato»
«PATRIMONIALE MAI» -Governo in sella fino al 2013, dunque, secondo le previsioni del premier, «altrimenti vi sembra che staremmo qui così a preoccuparci di economia?». E quanto ai conti pubblici il leader del Pdl ha ribadito quello che è da sempre un suo cavallo di battaglia elettorale: «Noi la patrimoniale non la faremo mai». Ha poi ribadito la necessità di infondere fiducia nei cittadini e negli investitori: per rilanciare l'economia, ha detto, «il fattore psicologico è considerato ormai il primo fattore di crisi. L'ottimismo è quindi considerato il compito primo di tutti i governi».
A DOMANDA NON RISPONDE - Berlusconi ha voluto a tutti costi evitare di tornare sulle sue vicende giudiziarie, nonostante i giornalisti lo abbiano incalzato in più di un'occasione. Anche in chiusura di conferenza stampa ha glissato quando un cronista gli ha domandato se il caso Ruby non potesse in qualche modo nuocere alla candidatura di Mario Draghi alla guida della Banca centrale europea. Sorridendo il premier ha replicato: «Lei non è compos sui...». «Compos sui», in latino, significa controllo di sé, quindi il Cavaliere ha detto di fatto che il giornalista che si era rivolto a lui con quella domanda «non ha il controllo di sé». In precedenza, un altro cronista aveva osservato: «Lei si è lamentato dei tempi della giustizia civile, ma quella penale è rapidissima...». Altro sorriso del premier: «Senti birichino, lasciamo perdere...». Berlusconi ha glissato per l'intera conferenza stampa le domande attinenti alle inchieste milanesi e in questo è stato «supportato» dal ministro Tremonti che in più occasioni - a parole e a gesti - ha invitato il premier a non replicare sul tema.

Ringhio: «Ho perso la testa e mi assumo le mie responsabilità»


MILANO - L'Uefa ha aperto un atto disciplinare nei confronti di Gennaro Gattuso, protagonista della rissa finale di Milan-Tottenham di martedì sera di Champions League a San Siro. Il capitano rossonero rischia una stangata (tre giornate) per aver preso per il collo Joe Jordan, ex milanista dei primi anni Ottanta e ora allenatore in seconda della squadra londinese.
«HO SBAGLIATO» - «Ho sbagliato io e basta», ha detto Ringhio al rientro negli spogliatoi. «Ho perso la testa e mi assumo le mie responsabilità. Jordan ha rotto le scatole per tutto il secondo tempo, ma questo non giustifica la mia reazione. Ho fatto una cosa che non dovevo fare. Adesso aspetto l'Uefa: mi prendo tutto quello che deciderà». Gattuso, ammonito durante l'incontro, avrebbe saltato comunque la partita di ritorno per somma di ammonizioni.