martedì 1 marzo 2011

L'Antitrust : «Non decida il premier sulla proroga degli incroci giornali e tv»

MILANO - Attribuire al presidente del Consiglio il potere di prorogare o no il divieto di incroci proprietari tra giornali e tv successivamente al 31 marzo 2011, come prevede il decreto «milleproroghe» è inopportuno. Lo scrive l'Antitrust, alla luce della disciplina sul conflitto d'interessi, in una segnalazione inviata al premier Silvio Berlusconi e ai Presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani, auspicando che la disciplina del divieto di incroci sia sottratta alle competenze dell'attuale presidente del Consiglio.


MODIFICA - Senza una modifica in questa direzione della norma, l'adozione o la mancata adozione dell'atto di proroga, anche senza integrare automaticamente una fattispecie di conflitto di interessi, dovranno essere valutati dall'Antitrust - spiega l'Autorità garante della concorrenza e del mercato - per verificare l'incidenza specifica e preferenziale sul patrimonio del presidente del Consiglio e il danno per l'interesse pubblico. L'Autorità - si ricorda nella nota - già il 20 gennaio scorso aveva ricordato al Governo che l'estensione della validità temporale del divieto, direttamente disposta dal decreto legge, era stata esplicitamente auspicata dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per tutelare il pluralismo dell'informazione: per tale ragione, non poteva essere configurata come un vantaggio patrimoniale del Presidente del Consiglio. Tuttavia la disciplina di un settore sensibile come quello editoriale, richiedeva un atteggiamento di precauzione che evitasse l'attribuzione di ogni potere discrezionale in capo al premier.

Caso Ruby, maggioranza all'offensiva

I capigruppo della maggioranza chiedono, tra l'altro, di sollevare conflitto di attribuzioni per «l'assoluta infondatezza ed illogicità dei capi di imputazione». «All'Organismo parlamentare - si legge nella lettera trasmessa a Fini - non può essere sottratta una propria autonoma valutazione sulla natura ministeriale o non ministeriale dei reati oggetto di indagine giudiziaria. Né tantomeno ove non condivida la conclusione negativa espressa dal Tribunale dei ministri - la possibilità di sollevare conflitto d'attribuzioni davanti alla Corte costituzionale - assumendo di essere stata menomata per effetto della decisione giudiziaria, della potestà riconosciutale dall'Articolo 96 della Costituzione». Nella lettera, firmata da Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli, si parla anche di «superficialità» che sarebbe stata dimostrata dai magistrati di Milano. La richiesta di sollevare conflitto è infatti nei confronti della Procura e del gip di Milano che, per il caso Ruby, hanno imputato al premier i reati di concussione e prostituzione minorile.

Talk show politici «a targhe alterne »

ROMA - L'alternanza di settimana in settimana tra conduttori di talk show, con diversa formazione culturale, che vanno in onda nelle fasce migliori del palinsesto è prevista nel nuovo testo di atto di indirizzo sul pluralismo presentato dal Pdl. Il relatore di maggioranza Alessio Butti, nell'illustrare in Vigilanza la bozza rielaborata, ha spiegato che l'occupare sempre le serate di martedì e il giovedì «è diventata una rendita a vantaggio di alcuni conduttori».
POSIZIONE DOMINANTE - «Tenuto conto dell'attuale distribuzione, durante la settimana, delle diverse tipologie di trasmissioni - si legge nel testo depositato da Butti -, che concentrano nella prima serata del martedì e del giovedì i programmi più importanti di approfondimento politico, onde evitare il determinarsi di una evidente posizione dominante da parte di alcuni operatori dell'informazione rispetto ad altri, la Rai valuti l'opportunità di sperimentare l'apertura di altri spazi informativi e/o di approfondimento affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni (martedì e giovedì), alla stessa ora (prima serata), sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale».


FLI: «ANCHE TG A TARGHE ALTERNE» - «Il problema - ha commentato Flavia Perina, parlamentare del Fli - è che il bilancino che Butti utilizza per misurare l'equilibrio nel sistema televisivo si applica solo a quegli spazi dell'informazione Rai dove non domina la retorica governativa, ma trova spazio anche la polemica anti-governativa».«La fantasia del senatore Butti ha partorito una nuova formula: quella dei talk show a targhe alterne. Sperando di non fraintendere, i principi del pluralismo televisivo esigerebbero che il martedì e il giovedì non ci fossero sempre Floris e Santoro, perché questa sarebbe una rendita. Se così è, non si capisce perché ogni sera a dirigere il Tg1 debba essere Minzolini e a condurre Porta a Porta sia sempre Vespa».