sabato 12 febbraio 2011

Come dominare il mondo?

Come possiamo dominare il mondo? Miliardi di persone?

- E' facile.

- Lo dici tu.

- No, è veramente facile.

- Non penso: soggiogare l'umanità , ricorrendo alla costrizione è impresa improba.

- Quale costrizione? Non serve! Oggi si possono usare metodi molto più raffinati ed efficaci, anche se la violenza...

- Quali sono questi strumenti?

- Ad esempio, la televisione ed il cinema: con la televisione teniamo gli uomini di ogni età e classe sociale, immobili, di fronte ad uno schermo con immagini colorate e dinamiche, ipnotizzati da programmi che assecondino i loro gusti o titillino i loro bassi istinti. E' intrattenimento: si definisce così perché li tiene e li trattiene in un perenne stato di trance.

- Non tutti sono sedotti dalla televisione: alcuni mostrano interessi culturali...

- Non è un problema: noi trasformiamo la cultura in nozionismo o in sterile erudizione, ma dando l'illusione che sia sapere. Sai quanti letterati e scienziati trascorrono l’intera vita dietro immani stupidaggini!

- Come?

- Con la scuola, con le università, centri per il controllo mentale. In questo modo creiamo pseudo-scienziati e pseudo-intellettuali che disprezzano la gente comune, ma che sono solo un po' meno ignoranti della massa, ma altrettanto docili.

- Non mi convince: la conoscenza è potere. Potrebbero diventare pericolosi per il sistema.

- Pericolosi? In primo luogo, le loro conoscenze sono solo quelle che noi consentiamo di acquisire loro. Inoltre, se compiono qualche passo falso, o li corrompiamo o roviniamo la loro carriera, con diffamazioni e calunnie.

- Può darsi, ma qualcuno tra la massa potrebbe prendere coscienza e ribellarsi.

- Impossibile! Noi li riempiamo di cose: ad esempio vendiamo cellulari. Li convinciamo che senza i cellulari la vita è incompleta, infelice. L'altro giorno ho visto un bimbo che avrà avuto cinque anni. Strepitava e faceva i capricci perché voleva un cellulare, come il fratello adolescente. E' un grandioso successo!

- Non tutti hanno il danaro per acquistare questi strumenti o altri...

- Si indebiteranno. Il danaro è un altro ottimo strumento per controllare le persone. Non è vero che siamo noi ad essere avidi di ricchezze: noi abbiamo già tutto. Sono loro che non si accontentano mai: cercano di accumulare soldi ed oggetti, per lo più inutili. Quando si indebitano, li teniamo in pugno ancora di più. Oggi giorno quasi tutti si indebitano: per un appartamento, un'auto, un televisore al plasma, persino una vacanza...

- Va bene: le maglie sono molto strette, ma, secondo me, qualcuno riesce lo stesso a passare.

- Lo escludo nella maniera più categorica. Noi controlliamo tutto: l'istruzione, la politica, la giustizia, le forze dell'ordine, la magistratura, il sistema fiscale, i mezzi di informazione... Non si sfugge.

- Questo non significa dominare il cento per cento degli uomini.

- Non è vero. Anche se qualcuno dovesse pensare in modo libero, noi lo possiamo indebolire con i veleni nel cibo, nell'ambiente. Si ammalerà e non ci darà più fastidio: al limite, se insiste, lo schiacciamo come una mosca. Per ora bastano le onde elettromagnetiche per stordire le persone, ma presto vedrai quali armi useremo...

- Prima o poi, il rischio è che qualche giudice indaghi e scopra la verità...

- La prendo come una battuta. Mi sembra, però, che tu non abbia afferrato. Noi abbiamo creato un ingranaggio perfettamente oliato: lavoro, denaro, consumi, quindi di nuovo, lavoro, denaro, consumi e così via. E' come la ruota su cui corre un criceto all’impazzata: finché non gli scoppia quasi il cuore, non si ferma. La verità? La verità è lì davanti agli occhi di tutti, ma preferiscono ignorarla: sono rassegnati, rinunciatari, inerti. Anche se qualcuno dovesse tentare di svegliare i dormienti, questi ultimi risponderebbero: "Ma io che ci posso fare? Che posso fare da solo contro il sistema?"

- Credo tu abbia ragione.

- Certo che ho ragione e da vendere! Vedi: chi controlla il denaro controlla il mondo, ma noi controlliamo tutto: noi soggioghiamo anche le menti! Inoltre siamo molto generosi: diamo le cose ai materialisti; a chi ha una natura più evoluta, elargiamo le religioni e la New age; a chi rivela interessi culturali, qualche mostra d'arte, qualche scempiaggine, ma ben condita, di Umberto Eco. Non è vero che siamo indifferenti o spietati: siamo molto benevoli, addirittura pieni di sollecitudine.

- I tuoi argomenti sono persuasivi, ma valgono solo per la civiltà occidentale. Come si possono dominare i popoli del Terzo e Quarto mondo?

- Niente di più facile: li teniamo nella miseria più nera. Se appena osano sollevare il capo, fomentiamo conflitti, vendendo armi, così si scannano tra loro. Poi, con la scusa delle vaccinazioni, diffondiamo delle epidemie e sfoltiamo un po' il numero di quei primitivi. Naturalmente, anche se in modo diverso, teniamo divise anche le nazioni occidentali, creando finte contrapposizioni tra partiti, movimenti, leaders politici che in realtà sono tutti uguali, perché tutti obbediscono a noi.

- Dopo che avremo l'egemonia su tutto il pianeta e dopo che l'avremo distrutto, che cosa otterremo? Insomma non capisco il vero fine di questo piano di dominio globale…

- E' tardi. Vado. Devo inaugurare la conferenza sulla lotta ai problemi globali: fame, effetto serra, inquinamento, crisi economica, pandemie, terrorismo... Naturalmente sono problemi che abbiamo creato noi per conseguire i nostri scopi. Che idioti, però, gli uomini... Quasi quasi, nel discorso inaugurale, svelo tutta la verità. Tanto non ci crederanno e, se dovessero crederci, non capiranno e, se capiranno, penseranno ad uno scherzo.

La Tv Spazzatura

Si spegne la Tv sul trash? “Magari”, direbbero già in molti. Pare proprio che la Tv spazzatura abbia stancato i telespettatori. Era ora, aggiungo io.

Ma l’Italia, come sempre, resta ancora fanalino di coda di questa tendenza mondiale che viene fuori da un monitoraggio, condotto nei primi otto mesi del 2009, di circa 100 autorevoli testate giornalistiche di 12 Paesi del mondo (Australia, Austria, Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Medio Oriente, Russia, Spagna, Svizzera e Usa), commissionato all’Osservatorio Giornalistico Internazionale ‘Nathan il Saggio’ dal Gruppo Sitcom.
I dati sono stati resi noti in occasione della presentazione a Milano dei nuovi palinsesti dei canali satellitari tematici Alice (cucina), Leonardo (casa), Marcopolo (turismo) e Nuvolari (motori).

L’Italia, ahimè, resiste. Al Bel Paese piacciono ancora tanto i reality show e si prepara al debutto della decima edizione del Grande Fratello che sarà festeggiata con una versione extra-large che durerà cinque mesi e a breve partirà anche ‘La Tribù - Missione in India’.
Avviene diversamente in altri luoghi, forse perché sono stati toccati picchi di trash estremo, come la morte, a fine agosto, di un pakistano annegato durante una sfida subacquea nel corso delle riprese di un reality in stile ‘Survivor’ in Thailandia.
L’emittente televisiva britannica ‘Channel 4′, detentrice dal 2000 dei diritti del controverso programma, ha infatti annunciato che l’11esima edizione del ‘Big Brother’, prevista per il gennaio 2010, sarà anche l’ultima.
Negli Stati Uniti il programma sopravvive, ma gli ascolti sono sensibilmente diminuiti, a tutto vantaggio di talent show come ‘America’s Got Talent’ e ‘So You Think You Can Dance’. In Australia, sul fortunato format il sipario era già calato per sempre lo scorso anno al tramonto dell’ottava edizione. E anche in Germania il trend è negativo.

“In realtà - scriveva qualche giorno fa il Mirror - l'unica notizia sorprendente è perché 'Channel 4' ci abbia messo così tanto a chiuderlo. I produttori hanno continuato a cavalcare un cavallo morto 10 anni fa. I tentativi di vincere gli ascolti hanno portato i produttori a scegliere un gruppo di persone disadattate ed eccentriche, al punto che era diventato imbarazzante guardarle, senza contare che ogni prova era più degradante della precedente”.

Insomma il genere televisivo che ha rivoluzionato i palinsesti è ormai all’ultimo stadio e tenta ancora la risalita aggrappandosi al trash e allo scandalo per racimolare ascolti.
“La morte per il 'Grande Fratello' - si legge sul Mirror - è giunta con l'arrivo dei talent show, dove i contendenti sono premiati per la loro vera abilità di intrattenere piuttosto che per la grandezza della loro bocca”.
“Trovo un po’ facile – commenta, tuttavia, il Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Sitcom, \Valter La Tona¤ - identificare il trash con il ‘Grande Fratello’. Sicuramente è trash far coincidere il concetto di televisione con un unico genere: il reality. Così come non trovo che si possa considerare grande televisione trasformare lo schermo in un occhio perennemente puntato sul tavolo di un anatomopatologo. La grande televisione la fanno i grandi editori. Noi puntiamo a fare ‘piccole’ televisioni per i nostri ‘grandi” spettatori’”.

“Le ‘piccole Tv', come le definisce La Tona, sono ormai - conferma il Vicepresidente di Sitcom, \Gianpaolo Sodano¤ - la nuova frontiera del mercato televisivo nazionale. Dopo tre decenni di duopolio Rai - Mediaset, le nuove tecnologie digitali e satellitari fanno da cornice alla nuova sfida Sky - Mediaset. La novità sta nel fatto che questa sfida la vince chi è capace di proporre al pubblico non i programmi più popolari, come avveniva nella tv generalista, ma l'offerta più ricca. Per costruire quest'offerta è indispensabile l'alleanza delle due grandi aziende televisive con quanti sono capaci di creare contenuti e costruire “piccole tv'”.

Secondo il Business Week, se non sono stati celebrati ancora i funerali dei reality show, è solo “grazie alla recessione economica, in quanto la produzione di una trasmissione di questo tipo costa circa un terzo di quello che costa una produzione tv di diverso tipo, ma con lo stesso successo”.
“Per catturare l'attenzione dei telespettatori anche in Francia non resterebbe che affidarsi alla volgarità e al nudo, come testimoniato dal successo di 'Secret Story', giunto alla sua terza stagione", commenta Les Echos, ma il Consiglio superiore dell’audiovisivo (Csa) ha già preso posizione contro l’emittente Tf1 che trasmette il reality.

Endemol intanto sta lavorando a una carta etica che definirà precisi limiti per i partecipanti ai suoi programmi.

In Spagna Telecinco ha annunciato addirittura l'adattamento del format britannico 'Boys and girls alone', una sorta di 'Grande Fratello' con protagonisti bambini tra i 10 e i 12 anni.

La misura, insomma, è davvero colma e si diffonde la voglia di cambiamento.

Anche nel mondo orientale, dove pure i reality sono arrivati in ritardo rispetto agli Usa e all'Europa.

“Secondo un sondaggio condotto quest'estate in Israele dalla Milward Brown, il pubblico televisivo - scrive il Jerusalem Post - vuole vedere meno reality show e più sceneggiati (il 58% vuole più sitcom, il 57% preferirebbe show di intrattenimento e il 40% ama i documentari)”. Ascolti a picco per questa tipologia di trasmissioni anche in Cina, “con programmi come Idol che stanno perdendo mordente e che continuano ad essere popolari soltanto tra i giovani”, commenta il China Daily.
Persino in India "sono le buone e vecchie soap e serie televisive a fornire consistenti bacini di ascolto e quindi guadagni pubblicitari - secondo il Business Standard - mentre i reality perdono terreno".

Altalenante anche l'andamento della versione locale di 'Got Talent', che ha totalizzato inizialmente ascolti pari al 4%, per poi scendere a quota 2% a metà stagione e chiudere, infine, al 3,2%. Per il vicedirettore del Tg5, Piero Vigorelli, che ha debuttato su 'Alice' con 'Mare Nostrum', occorre tuttavia operare dei distinguo: "All'estero hanno fatto i peggiori obbrobri. Penso alla vicenda di Jade Goody cui è stato comunicato in diretta di essere malata di cancro. E' evidente che sono andati sul trash per poter alzare gli ascolti. Qui in Italia per fortuna non si è arrivati a questo. Detto questo, è indubbio che la tv segua una tendenza già consolidata nel mondo della carta stampata. I periodici generalisti e di gossip perdono colpi a vantaggio di quelli specializzati, dedicati ad esempio all'uncinetto, al lavoro a maglia, al giardinaggio, alle case, agli arredi e, in generale, alle passioni degli italiani. Questo spiega l'analogo successo dei canali televisivi tematici".


Raffaella Natale

Pmi, un miliardo di euro per la ripresa

MILANO– Un plafond da mille milioni di euro per ripartire. Per agganciare il treno della ripresa. Per aggregare i Piccoli nel sistema Rete-Impresa e investire in innovazione, tecnologia, formazione di giovani laureati, in internazionalizzazione. A siglare l'accordo tra il gruppo Unicredit e Rete Imprese Italia – associazione che comprende la Confartigianato, la Confcommercio, la Confesercenti, la Cna e la Casartigiani – anche Roberto Nicastro, direttore generale dell'istituto di credito di piazza Cordusio. Che ha motivato l'adozione di questo fondo a disposizione delle pmi come “la naturale prosecuzione di Impresa Italia e Sos Impresa Italia. Che nasce da un dialogo continuo e costruttivo tra Unicredit e i propri partner del mondo imprenditoriale per disegnare soluzioni concrete che diano sostegno alle aziende in tutte le fasi del ciclo economico”.
I PILASTRI DELL'ACCORDO – Al netto delle dichiarazioni delle parti in causa (a suggellare l'accordo anche Giorgio Guerrini, da poco presidente di Rete Imprese Italia) preponderante è l'idea che per agganciare il treno della locomotiva tedesca sia necessario dotare le imprese di una maggiore disponibilità economica, limitando l'effetto del credit-crunch. Ecco perché per la “ripresa del ciclo produttivo” il gruppo guidato dall'amministratore delegato Federico Ghizzoni ha previsto la possibilità di prestiti destinati “alla ristrutturazione di immobili, acquisto di impianti o macchinari necessari allo svolgimento dell’attività aziendale” e di fidi “per sostenere le aziende nell'assunzione di nuovi dipendenti o il riassorbimento di personale in cassa integrazione”. Ma anche soldi per incentivare le start-up di nuove imprese e negli investimenti in innovazione e ricerca, ponendo particolare attenzione “all'arricchimento del contenuto tecnologico dei prodotti”. Non solo. L'idea è quella di favorire il percorso intrapreso dal sistema produttivo italiano, favorendo l'aggregazione di pmi in rete d'impresa. Capaci di crescere così in termini dimensionali per aprirsi verso nuovi mercati.

Taleb, «il ragazzo» che minaccia l'Europa

WASHINGTON – I suoi uomini chiamano Ghaleb Taleb «lo straniero». Oppure «il ragazzo», e usano proprio la parola italiana. Taleb è un terrorista di Fatah Al Islam, gruppo libanese vicino ad Al Qaeda. Da mesi si è infiltrato in Grecia con l’ordine di preparare un attentato da eseguire sul territorio greco o in un altro Paese europeo. Ai suoi ordini una pattuglia di estremisti sparsi tra il nord dell’Europa, la Germania, la Francia e la Bulgaria.



Ghaleb Taleb CONTATTI - «Lo straniero» ha favorito l’arrivo e il passaggio di militanti provenienti dal Libano. Ha fornito denaro e documenti. Ha allargato la rete di contatti. Un complice, Munjed Al Fakham, arrestato dalla polizia libanese, ha fornito particolari interessanti sul giovane. Lo definisce ambizioso e preparato. Gli piace spendere, quando può fa la cresta sui fondi ma è ritenuto affidabile sul piano operativo. Il movimento gli ha fornito uno stock di passaporti europei con i quali compie le ricognizioni. Di recente, però, è dovuto starsene al coperto. Una prudenza dettata da un paio di retate avvenute in Olanda e Belgio (novembre 2010) che avrebbero coinvolto militanti islamisti. Tra gli «amici» di Taleb ci sono anche due libanesi che nel 2006 hanno cercato di far esplodere un ordigno su un treno in Germania.
TEMUTI - Fatah Al Islam è temuto dai servizi di sicurezza occidentali. Dopo aver perso decine di elementi in una battaglia contro l’esercito libanese (2007), si è ricostituito. Ne fanno parte volontari del Golfo, palestinesi, siriani e yemeniti. L’ideologia e i metodi sono quelli qaedisti. I loro bersagli sono le forze dell’Onu in Libano (ci sono anche i soldati italiani), gli apparati di polizia e tutto ciò che può ostacolare i programmi della fazione. Messi sotto pressione in Libano, i membri di Fatah Al Islam hanno attuato la tattica della dispersione. Un nucleo si è nascosto nel campo profughi palestinese di Ein Heloué, a Sidone. Diversi sono finiti in Iraq e una ventina, invece, ha scelto l’Europa usando proprio la Grecia come avamposto. Una decisione legata alla presenza di una struttura logistica semplice quanto efficace. Piccoli appartamenti, possibilità di ricevere denaro e passaporti, vie di fuga multiple. Sembra anche che i terroristi sfruttino intrecci con la piccola criminalità e il contrabbando. Ad accoglierli in Grecia, nel 2009, c’era Mohammed Musa, grande esperto del Paese e con buone amicizie. Poi, un anno fa, è stato sostituito. Dicono che non si sentisse più sicuro. Al suo posto è arrivato Ghaleb Taleb che ha intensificato gli sforzi per ampliare la colonia di fedayn di Fatah Al Islam. Ora aspettano solo un ordine per agire.

«In mutande ma vivi»: Ferrara arringa i difensori del premier

MILANO - «Oggi consacriamo Milano al moralismo vero, dopo la manifestazione del Palasharp»: alcune migliaia di persone hanno partecipato sabato mattina alla manifestazione «In mutande ma vivi - Contro il neopuritanesimo ipocrita», organizzata dal direttore del Foglio a Giuliano Ferrara al Teatro Dal Verme a Milano a sostegno del presidente del Consiglio. Una sorta di contromanifestazione per rispondere al «Popolo viola» che sabato al Palasharp ha chiesto le dimissioni del Premier. Sul palco del teatro, al fianco di Ferrara, Piero Ostellino, Alessandro Sallusti e Iva Zanicchi. Dietro i relatori erano stese alcune file di mutande, per richiamare il titolo della manifestazione. «Presidente Berlusconi sono qui per difendere lei e la nostra amicizia e collaborazione - ha detto Ferrara -. Sono qui su questo terreno delle libertà, non mollerò mai, però lei deve ascoltarci: non deve fare ai suoi avversari, che la vogliono trasformare in nemico assoluto, il favore di ridurre le sue giornate a fare l'imputato, lei deve fare il presidente del Consiglio, il leader di una maggioranza che l'ha votata per realizzare la crescita economica del Paese, per e togliere le tasse». «Vogliamo il vero Berlusconi - ha concluso Ferrara - quello del '94, quello capace di rilanciare questo Paese nel segno della libertà».

APPLAUSO ALLA SANTANCHE' - Ferrara ha chiesto un applauso per Daniela Santanchè, «che ieri è andata a molestare il Palazzo (di giustizia, ndr) che da 16 anni ha ricevuto solo adulazione facinorosa da coloro che agitavano il cappio». Il direttore del Foglio ha definito il sottosegretario Santanchè «una donna coraggiosa» che «merita il nostro affetto». E ha concluso: «Brava Daniela!»

LA RUSSA: SI CERCA DI FAR CADERE GOVERNO - «Ho risposto molto volentieri all'invito alla manifestazione», ha detto Ignazio La Russa, ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Pdl. «Non sono mai stato un mangia-magistrati - ha aggiunto -. I processi si devono fare, non c'è nessuna pretesa di impunità, ma abbiamo chiesto che si facciano quando il presidente del Consiglio concluderà il mandato al termine della legislatura». «Non bisogna usare - ha proseguito il ministro - scorciatoie giudiziarie per far cadere il governo. Più che far rispettare la legge c'è il sospetto che si vogliano creare le condizioni per far cadere il governo», ha concluso il ministro.



OSTELLINO E LE DONNE - Piero Ostellino nel suo intervento ha risposto a chi - tra cui i suoi stessi colleghi - lo ha accusato di aver incitato, con il suo editoriale sul Corriere della Sera, le donne a prostituirsi. «Io non ho incitato nessuno, ho incitato la libertà delle donne di rispondere solo a se stesse e non a un comitato di censori come quello della repubblica giacobina», ha detto Ostellino. Sostenendo che il suo pensiero è stato distorto, l'editorialista ha aggiunto: «Il mio principio è che ciascuno di noi ha il diritto di perseguire il proprio ideale di felicità come crede, senza rispondere ad altro che alla propria coscienza e alla sola condizione di non arrecare danno ad altri. Allo stesso modo mio la pensava Immanuel Kant». Ostellino ha citato anche Benedetto Croce: «Diceva che bisogna tenere distanti l'etica dalla politica: quando uno va dal medico non gli chiede di essere onesto, ma di curarlo bene. E allora perché quando si va da un politico deve esser integerrimo?».



ZANICCHI: HO CANTATO PER I COMUNISTI - Iva Zanicchi invece ha fatto «autocritica»: «Io cantavo, non facevo politica e sono stata sempre anticomunista ma devo fare una confessione: ho approfittato di loro, ho fatto 500 feste dell'Unità e con i guadagni mi ci sono costruita una bellissima villa in Brianza vicino al presidente Berlusconi, lo confesso: ho peccato!». La Zanicchi è tornata sull'episodio della telefonata del premier alla trasmissione L'Infedele: «Quello che mi ha infastidito - ha detto - è sono diventata la bandiera della sinistra perché ho disubbidito a Berlusconi» (che la invitava a lasciare lo studio). «Io non ho disubbidito a Berlusconi - ha detto Zanicchi - ho solo preferito rimanere lì per difendere di difenderlo da quelle ingiurie tremende». «Non sono la bandiera di nessuno - ha aggiunto - tanto meno della sinistra». Quanto alla manifestazione per la dignità delle donne a Milano, la Zanicchi ha commentato: «Ancora una volta le donne vengono usate per scopi politici e questo fa schifo».

LA LISTA DI SARA GIUDICE - Alla manifestazione si è presentata anche Sara Giudice, la giovane militante del Pdl che nei giorni scorsi ha fatto parlare di sé per la raccolta di firme finalizzata a chiedere le dimissioni di Nicole Minetti. La Giudice, dopo avere inutilmente tentato di consegnare le firme a Giuliano Ferrara, ha annunciato che alle prossime elezioni comunali di Milano ci sarà anche una lista civica capeggiata da lei.

Berlusconi e il caso Ruby: spazzatura Il Pd: «Singolari abitudini, si dimetta»


MILANO - «Sono dispiaciuta per quanto sta accadendo. Mi spiace soprattutto perché vedo che sono state coinvolte persone che mi hanno aiutato senza chiedere niente in cambio». A parlare, al telefono con l'Ansa, è Ruby, la minorenne di origini marocchine al centro dell'indagine della Procura di Milano su presunte feste con ragazze e politici nella residenza di Silvio Berlusconi (l'ipotesi di reato è favoreggiamento della prostituzione). «Sono amareggiata - spiega Ruby -, la mia verità è stata manipolata». «È ingiusto rovinarmi così», risponde poi in merito alla presunta «manipolazione» delle sue dichiarazioni. «Hanno sparato solo cavolate!». La minorenne, la cui famiglia risiede ufficialmente da sette anni a Letojanni, si trova al momento in una località fuori Milano, dice di stare molto male e spiega che in molti hanno cercato di contattarla in questi giorni e che lei ha sempre rifiutato.
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IL PREMIER - Dalla Campania, il presidente del Consiglio è intervenuto in modo laconico sulla vicenda. «Non mi occupo di spazzatura mediatica» ha detto Berlusconi durante la conferenza stampa dedicata all'emergenza rifiuti. Incalzato dai giornalisti a proposito di una presunta telefonata di Palazzo Chigi alla Questura per fare liberare la ragazzina fermata per furto, il premier ha poi risposto: «Io sono una persona di cuore e quindi mi occupo dei problemi delle persone. Ma della spazzatura mediatica non mi occupo, la lascio a voi. Facciamo come da Santoro: su domande, insulti e altre sconcezze, da parte mia contraddittorio zero». «Visto che casino mi hanno fatto? Sul nulla...» ha detto poi serata il capo del governo avvicinando cameramen e fotografi dopo la photo opportunity con capi di stato e di governo al Consiglio europeo a Bruxelles (il «fuorionda» è stato trasmesso da La 7). L'inchiesta che ha al centro Ruby ha però sollevato un vero e proprio polverone, tanto da spingere il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a chiedere le dimissioni dell'esecutivo.
LA TELEFONATA - Al vaglio della Procura di Milano che indaga su Ruby ci sarebbe, a quanto si è appreso, proprio la telefonata che sarebbe partita dalla presidenza del Consiglio diretta alla Questura di Milano, dove la giovane era stata portata nel maggio scorso dopo un intervento di una volante della polizia. Dopo la chiamata, la minorenne sarebbe stata rilasciata. A quanto si è appreso, uno dei punti su cui la Procura sta indagando, oltre agli aspetti di favoreggiamento della prostituzione, sarebbe proprio la telefonata che ha portato a rilasciare la marocchina, che era stata bloccata a Milano e portata negli uffici della Questura poco tempo prima per una denuncia di furto. In ambienti della Questura di Milano si apprende comunque che Ruby non è stata oggetto di nessun privilegio o trattamento preferenziale a seguito della telefonata della presidenza del Consiglio: nei confronti della ragazza sono stati comunque eseguiti tutti gli adempimenti previsti dalla legge, d'intesa con il Tribunale dei Minori.

IL DIRETTORE DEL TG4 -Prima di Berlusconi, di Ruby e dell'inchiesta di Milano aveva parlato anche il direttore del Tg4, Emilio Fede: «Non mi risulta di essere indagato per alcun reato. L'ho appreso stamani leggendo i quotidiani: credo di avere conosciuto quella ragazza a qualche cena a casa di Berlusconi ma non l'ho presentata io né a Lele Mora, né al presidente del Consiglio». Secondo quanto riportano giovedì i quotidiani, il direttore del Tg4 sarebbe invece indagato per favoreggiamento della prostituzione. «Sono stato invitato più volte, e per fortuna, a casa di Berlusconi per delle cene - ha aggiunto Fede - ma quello che posso dire è che non mi è mai capitato una sola volta di vedere quelle cene terminare in un modo che si possa definire trasgressivo». «Lele Mora è una persona perbene e lo vedo continuamente massacrato. Lo conosco io, come del resto lo conoscono tante altre persone sia nel mondo politico che dello spettacolo» ha aggiunto Fede ricordando di conoscere l'impresario da anni. «Con quella ragazza, che tra l'altro io credevo avesse 25 anni e non fosse minorenne, credo di aver scambiato un paio di parole, come faccio con tanti altri - ha continuato Fede. - L'ho conosciuta a due cene che, ripeto, si sono concluse con nulla che possa essere classificato come trasgressivo». «Di essere indagato - ha detto ancora Fede -, l'ho appreso dai giornali, ma se davvero c'è una indagine nei miei confronti, che mi arrivi subito una notifica, così posso spiegare tutto».
«PRESSIONI» - Di altri particolari della vicenda ha parlato il senatore Luigi Zanda,vice presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama. «I quotidiani riferiscono di festeggiamenti che si sarebbero svolti nella villa di Arcore del Presidente del Consiglio con la partecipazione di una ragazza minorenne non italiana alla quale sarebbe stato suggerito di spacciarsi per la nipote di Hosni Mubarak. Su questi fatti non voglio esprimere alcun giudizio». «Sulle cronache - ha aggiunto il senatore Zanda - si può, però, anche leggere che quella stessa minorenne sarebbe stata fermata a Milano dalla polizia di Stato e condotta in Questura perché coinvolta in un'indagine su un furto. Ebbene, la Questura sarebbe stata indotta a favorirne il rilascio immediato senza nemmeno identificarla a seguito di ripetute, pressanti sollecitazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La stessa minorenne, riferiscono le cronache, si sarebbe recata alla villa di Arcore usufruendo della scorta di una autovettura dei carabinieri. Sono aspetti della vicenda che appaiono incredibili e sui quali chiederemo al governo di riferire in Parlamento». «Se corrispondessero al vero - ha concluso il senatore Zanda - ci troveremmo davanti ad altri rilevantissimi segnali di quello spappolamento dello Stato che il potere e la cultura berlusconiani lasceranno all'Italia».
Bersani: «Il premier? Singolari abitudini»
«NON HO MAI OSPITATO RUBY» -Secondo quanto riportato dalla stampa, Nicole Minetti, l'ex igienista dentale del premier eletta consigliere regionale in Lombardia, seppe del fermo di Ruby in Questura a Milano e la prelevò portandola a casa sua alle tre del mattino della fine dello scorso maggio. «Ci tengo a precisare che con la signorina Ruby non ho rapporti di amicizia né l'ho mai ospitata in casa mia, come è stato erroneamente scritto» ha spiegato però l'ex soubrette. Di poche parole Lele Mora: «Ho letto i giornali, certo ma davvero non ho nulla da dire». Daniela Santanchè, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dal canto suo ha smentito le indiscrezioni di stampa che la indicano come partecipante a una cena ad Arcore con Berlusconi, Clooney, la Canalis e la giovane marocchina Ruby: «Non mi sono mai seduta al tavolo di un ristorante, di un bar, di una casa privata con Clooney, per cui se tanto mi dà tanto, non vorrei che tutto fosse un bufala».
Nicole Minetti (Olycom
Nicole Minetti (Olycom
OPPOSIZIONE ALL'ATTACCO - Duro l'attacco dell'opposizione al premier. «Non possiamo perdere tempo per il Paese tra questioni esoteriche come il lodo Alfano e questioni che portano al centro le singolari abitudini del premier - ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani -. Il Paese non ha una guida politica. Io rivolgo un appello: andate a casa, chiudiamola li, qualcuno stacchi la spina per il bene del Paese». Poi iol leader dei democratici ha ironizzato: «Se ha tanto buon cuore, in queste ore ci sono migliaia di persone fermate per furti... Li lascia abbandonati così?». Bersani è convinto che «su questa vicenda ogni italiano si farà la sua opinione» ma, ha voluto sottolineare, «c'è un aspetto che riguarda pesantemente il ruolo istituzionale del premier, cioè la telefonata tra Palazzo Chigi e la Questura. Siccome il premier sembra anche aver confermato quella telefonata, un intervento del genere in qualsiasi paese del mondo porterebbe da solo alle dimissioni del premier». A Bersani ha replicato Gianfranco Rotondi: «Se i governi si dovessero dimettere a ogni telefonata di raccomandazione - ha detto il ministro per l'Attuazione del Programma - , nel mondo trionferebbe l'anarchia. Berlusconi è una brava persona, anche se a sinistra non se ne vogliono convincere».
«PERSONAGGIO DA OSTERIA» - «Siamo di fronte a una persona che nelle sue attività pubbliche e soprattutto nei suoi comportamenti personali è ricattabile», ha detto il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in un'intervista a Radio Popolare. «In questa vicenda - ha aggiunto - forse può non esserci nulla di penalmente rilevante a suo carico. Ma il problema è un altro. Si può affidare il paese a un personaggio più degno di stare all'osteria piuttosto che a palazzo Chigi?». «Penso - ha proseguito Di Pietro - che ci sia il dovere morale di chi in Parlamento si vuole fregiare del titolo di deputato o senatore di sfiduciarlo al più presto. In questo senso ogni minuto in più che i finiani passano con Berlusconi è un minuto in più di complicità che li travolge».

La Fiat si espande nel mondo ma rimane con un cuore italiano

MILANO - «Fiat è una grande multinazionale che si sta espandendo nel mondo, ma che rimane con un cuore italiano», sintetizza il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, dopo l'incontro a Palazzo Chigi con i vertici del Lingotto. Per il ministro, l'ad Sergio Marchionne ed il presidente John Elkann hanno «confermato di voler investire in Italia», considerando il nostro Paese «un punto di partenza per un'azienda che vuole investire nel mondo intero, anche aprendo nuovi mercati». «Il Governo ha preso atto positivamente delle intenzioni manifestate dall'azienda e del suo ruolo sul mercato globale» ed ha inoltre «confermato che concorrerà a realizzare le migliori condizioni di competitività perché gli investimenti previsti in Italia siano il volano per raggiungere il più alto posizionamento rispetto ai concorrenti del settore», si legge in un comunicato diffuso da palazzo Chigi al termine dell'incontro con i vertici della Fiat.
INVESTIMENTO DA 20 MILARDI - Sempre a quanto riporta il comunicato, «il presidente e l'amministratore delegato della Fiat, John Elkann e Sergio Marchionne, hanno confermato al Governo l'intenzione di perseguire gli obiettivi di sviluppo della multinazionale italiana, che prevede la crescita della produzione nel nostro Paese da 650 mila a 1 milione e 400 mila auto, un obiettivo sostenuto da un investimento di Fiat e Fiat Industrial per circa 20 miliardi di euro». È quanto si legge in un comunicato diffuso da palazzo Chigi al termine del tavolo con i vertici della Fiat.
GOVERNABILITA' DEGLI STABILIMENTI - «Il futuro di Fiat, il suo radicamento in Italia, l'effettiva realizzazione degli altri investimenti ipotizzati sono condizionati alla governabilità degli stabilimenti», ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in conferenza stampa dopo l'incontro con Fiat. Su questo «abbiamo riconosciuto concordemente - ha aggiunto Sacconi - governo, regione, comune e provincia, l'importanza di relazioni industriali costruttive». È «questo il cuore del problema, lo abbiamo condiviso tutti», ha sottolineato.
IL PROGETTO FABBRICA ITALIA - La futura governance della Fiat dipenderà dalla realizzazione «entro il 2014 del progetto Fabbrica Italia che potrà condizionare eventuale decisioni future sulla governance e non solo sulla sede», ha detto il sindaco di Torino Sergio Chiamparino. Marchionne «ha ribadito il mantenimento dell'italianità» ma, ha spiegato Chiamparino, questo «dipende dalla dinamica mondiale e dagli obiettivi che si prefigge giorno per giorno. La questione della sede coincide con il progetto Fabbrica Italia».
BERSANI: ALLA BUON'ORA - Interpellato a margine dell'incontro a Milano per dare il via alla campagna elettorale del candidato sindaco Giuliano Pisapia, il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha commentato: «Il vertice? Alla buon'ora, dopo un paio d'anni!». E ha spiegato di temere che «molte cose siano già successe». «Vedremo che cosa si farà di quelle che devono ancora succedere - ha detto -. Per esempio se io fossi lì avrei tante domande. Una, in particolare, se mi segnalano una multinazionale monoprodotto che ha quattro quartieri generali. Io non ne conosco una».