lunedì 14 febbraio 2011

L'Egitto contagia l'Iran, scontri e caos


L'onda lunga delle rivolte nel Maghreb e in Egitto arriva in Iran e ridà vita all'Onda Verde. Teheran scende in piazza per una marcia non autorizzata, organizzata dall'opposizione proprio a sostegno delle proteste al Cairo e negli altri Paesi africani, e scoppia il caos. Un producer della Bbc ha riferito di «pesanti scontri» tra manifestanti e forze dell'ordine. I siti d'opposizione «Peykeiran» e «Herana» hanno parlato di un dimostrante morto e di due feriti. Secondo testimoni oculari, la polizia avrebbe aperto il fuoco vicino alla piazza Tohi. Spari sarebbero stati uditi nei pressi della piazza Enghelab, nel centro di Teheran. «Migliaia di persone - secondo altri testimoni - hanno marciato nel centro della capitale». I militari avrebbero usato anche i lacrimogeni per disperdere i manifestanti. E ci sarebbero stati «numerosi arresti». L'America segue con attenzione quanto sta avvenendo in Iran. E, a differenza della prudenza con cui gli Usa accolsero le proteste dell'Onda Verde nell'estate del 2009, stavolta Washington esprime il suo sostegno alle «aspirazioni» dell'opposizione iraniana e intima a Teheran di non ricorrere alla violenza contro i manifestanti. Lo ha spiegato Hillary Clinton, esortando il regime degli ayatollah a «sbloccare» il sistema politico del Paese.
VIAVAI DI AMBULANZE - Gli scontri più pesanti si sono registrati vicino alla piazza Azadi, in via Azerbaigian, testimoniati da un costante andirivieni di ambulanze fra la zona e un vicino ospedale. «La gente - ha scritto un giornalista della Bbc sul posto - ha dato fuoco a cassonetti nel centro di Teheran e la polizia ha sparato così tanti gas lacrimogeni che, in alcune parti della piazza Azadi, è quasi impossibile respirare». La rete di cellulari è stata completamente oscurata nel centro della capitale iraniana, secondo la fonte. Altri scontri sono stati registrati attorno all'università di Teheran e all'università Sharif. Le agenzie ufficiali iraniane negano gli incidenti, scrivendo al contrario che la città «è ancora più calma rispetto agli ultimi giorni». Secondo il sito d'opposizione iraniano «Iranpressnews», l'opposizione in piazza ha chiesto le dimissioni della Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, auspicando che il leader della Repubblica Islamica lasci il potere così come è avvenuto al termine della rivolta popolare in Tunisia con il presidente Zine el-Ebidine Ben Ali e in Egitto con l'ex rais Hosni Mubarak.
BRUCIATI I CASSONETTI - la protesta nella capitale, all'inizio silenziosa, era formata da piccoli gruppi di manifestanti che si sono riuniti nei pressi di piazza Azadi. In un secondo momento, alcuni oppositori hanno lanciato slogan anti-governativi e dato fuoco a bidoni della spazzatura. La protesta a Teheran è la prima dopo le manifestazioni del dicembre 2009, durante le quali furono uccise otto persone. Manifestanti dell'opposizione si sarebbero radunati in diverse piazze della capitale iraniana ma anche di altre città del Paese, in particolare Isfahan e Shiraz, secondo quanto riferiscono alcuni testimoni. Nella capitale, gli oppositori hanno dato vita a cortei e proteste nelle piazze Imam Hossein, Enghelab, Ferdowsi, Haft-e-Tir e Sadeghieh, ma sono stati affrontati da uno schieramento molto ingente di forze anti-sommossa. Sui siti d'opposizione viene rilanciato in queste ore un video assai violento che mostra un presunto basij, un miliziano filogovernativo, picchiato a Teheran dai manifestanti dell'Onda Verde. Il filmato è datato 14 febbraio, ma non è possibile per il momento accertare la veridicità delle immagini, né se la persona picchiata sia realmente un miliziano del governo.
USA E FRANCIA - Consapevole dello «storico ruolo» svolto fin qui dai social network nelle proteste, il Dipartimento di Stato Usa ha cominciato a inviare messaggi su Twitter agli iraniani. Il flusso è cominciato domenica, quando gli Stati Uniti hanno accusato il regime di Teheran di ipocrisia perché, mentre a parole ha appoggiato i cortei anti-governativi in Egitto, ha poi cercato di soffocare le manifestazioni organizzate in Iran a sostegno delle rivolte popolari che stanno dilagando in tutto il Medio Oriente. L'ultimo 'tweet', in ordine di tempo, quello odierno, mentre da Teheran arrivavano le prime notizie degli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti: sull'account, USAdarFarsi, Washington ha invitato Teheran a permettere «alle persone che godono degli stessi diritti universali di riunirsi pacificamente e di manifestare come al Cairo». E anche dalla Francia è arrivata una dura condanna per i «vincoli» imposti all'opposizione riformatrice dell'Iran, che si è vista impedire ogni manifestazione nella Repubblica islamica. «Siamo preoccupati per il divieto delle manifestazioni indette dall'opposizione iraniana e per i vincoli imposti all'opposizione», ha detto a Parigi il portavoce del ministero degli Esteri francese, Bernard Valero. «La Francia - ha aggiunto - chiede alle autorità iraniane di rispettare il diritto d'espressione di tutti i suoi cittadini. Chiede alle autorità iraniane di liberare tutte le persone detenute arbitrariamente».
TENSIONE NEL BAHREIN - Disordini tra la popolazione e la polizia si sono registrati anche in tre località del Bahrein, in occasione del «giorno della rabbia», decretato sulla scia delle manifestazioni tunisine e egiziane. Secondo le fonti, la polizia ha usato gas lacrimogeni e ha sparato pallottole di gomma contro la popolazione, causando «il ferimento di almeno 14 dimostranti».

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