venerdì 4 marzo 2011

Missione Italia, oggi il via agli aiuti Quattro voli al giorno per i profughi

MILANO - «Una cosa è certa, siamo i primi a portare aiuti alimentari in Libia». Lo sottolinea Elisabetta Belloni, direttore generale della Cooperazione del ministero degli Esteri e responsabile della missione italiana in Libia e Tunisia che parte oggi, in una intervista al Sole 24 Ore. Gli aiuti «sono quelli che ci ha forniti la Coop. Insieme ai generatori di elettricità, ai potabilizzatori d'acqua e ai kit sanitari di patologia generale saranno presi in consegna dal pattugliatore della Marina Lybra che partirà oggi dal porto di Catania alla volta di Bengasi».
I VOLI - La missione «non è esente da rischi», e proprio per questo «ci siamo affidati alla Marina che imbarca anche alcuni elementi del reggimento San Marco». L'obiettivo è «far fronte alla pressione sul campo allestito dall'Unhcr vicino a Ras Ajdir», che giovedì ospitava «10 mila persone di cui 8 mila egiziani», con altri 11 mila profughi fuori dal campo che ancora devono essere identificati«. Il team partito giovedì (cui si aggiungerà «un rappresentante della Croce Rossa e un funzionario austriaco che ha chiesto di farne parte») sta valutando «le esigenze della autorità tunisine». Da «sabato mattina», poi, l'Italia garantirà dall'aeroporto di Djerba «quattro voli al giorno con i nostri 130 dell'Aeronautica militare verso varie destinazioni dell'Egitto». E una volta «conclusa la ricognizione, la Cooperazione è disponibile a prevedere l'invio di charter civili per collegare la Tunisia all'Egitto».
Il ministro Frattini (Fotogramma)
Il ministro Frattini (Fotogramma)
FRATTINI - «Credo che già stasera possa partire da Catania la nave italiana che da giovedì sta caricando derrate alimentari, impianti per l'elettrificazione e la potabilizzazione». Lo ha detto a Radio24 il ministro degli Esteri Franco Frattini a proposito della doppia missione umanitaria in Libia e in Tunisia. Ci vorranno 30 ore di navigazione per arrivare al porto di Bengasi. Sul versante tunisino, «il team della Farnesina e quello della Protezione civile sono già sul posto e stanno verificando dove montare le tende», ha spiegato il ministro. L'obiettivo è «aiutare l'evacuazione di alcune decine di migliaia di cittadini egiziani». Al confine tra Libia e Tunisia «abbiamo visto circa 90mila persone e sappiamo che in tutta la Libia ci sono almeno un milione e mezzo di non libici, che perdendo il lavoro non sanno dove andare», ha detto Frattini, concludendo: «non possiamo immaginare da dove potrebbero provenire altri flussi», per cui «dobbiamo essere pronti» al cosiddetto piano B di cui ha parlato il ministro dell'Interno Roberto Maroni. L'opzione militare in Libia non va «considerata con leggerezza». «Solo chi non conosce per niente il mondo arabo - dice Franco Frattini - può parlare con leggerezza di un'azione nel cuore del mondo arabo da parte di militari occidentali». Frattini ha ricordato che l'ipotesi di un'opzione militare in Libia necessita di «mandati precisi del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e della Nato» ma, soprattutto, ha puntualizzato il ministro, vanno tenute nella debita considerazione le «parole molto chiare della Lega Araba» che ha detto: «Gli occidentali non entrino con militari, eserciti o forze armate».

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