Berlusconi con il fazzoletto verde
ROMA- La Camera conferma la fiducia al governo approvando la risoluzione di maggioranza relativa al testo sul federalismo fiscale municipale. La risoluzione è passata con 314 sì e 291 no e 2 astenuti.
Silvio Berlusconi era in aula alla Camera con il fazzoletto verde della Lega nel taschino della giacca. Subito dopo il voto di fiducia, racconta Giacomo Stucchi, «Maroni mi ha preso il fazzoletto e l'ha messo nel taschino di Berlusconi». Il quale ha ostentato serenità e soddisfazione per il risultato ottenuto, anche se 314 non rappresenta la maggioranza assoluta dell'Aula: «Sono tranquillo, sapevamo che c'erano alcuni malati e due in missione - ha detto il premier -. Altrimenti saremmo a quota 322». Anche se in realtà i voti mancanti all'appello sono stati solo 5 (un leghista non ha votato, due pidiellini erano assenti e due in missione) e quindi anche se fossero stati tutti presenti la maggioranza sarebbe stata di 319 voti e non 322.
Silvio Berlusconi era in aula alla Camera con il fazzoletto verde della Lega nel taschino della giacca. Subito dopo il voto di fiducia, racconta Giacomo Stucchi, «Maroni mi ha preso il fazzoletto e l'ha messo nel taschino di Berlusconi». Il quale ha ostentato serenità e soddisfazione per il risultato ottenuto, anche se 314 non rappresenta la maggioranza assoluta dell'Aula: «Sono tranquillo, sapevamo che c'erano alcuni malati e due in missione - ha detto il premier -. Altrimenti saremmo a quota 322». Anche se in realtà i voti mancanti all'appello sono stati solo 5 (un leghista non ha votato, due pidiellini erano assenti e due in missione) e quindi anche se fossero stati tutti presenti la maggioranza sarebbe stata di 319 voti e non 322.
IL VOTO - Ad astenersi sono stati i due deputati delle Minoranze linguistiche, Brugger e Zeller. I deputati in missione erano sette, di cui due del Pdl (i presidenti di commissione Gianfranco Conte e Paolo Russo), Salvatore Lombardo e Carmelo Lo Monte dell'Mpa (che pure aveva svolto la dichiarazione di voto per il suo partito), la Liberaldemocratica Daniela Melchiorre, Luca Volontè dell'Udc e Mario Brandolini del Pd. A non partecipare al voto sono stati in 15. Per la maggioranza erano assenti Giancarlo Abelli e Giuseppe Palumbo del Pdl, Daniele Molgora della Lega, Antonio Gaglione e Calogero Mannino del gruppo Misto. Quanto all'opposizione, non hanno risposto alla chiama Andrea Ronchi e Giulia Cosenza di Fli, Roberto Commercio e Ferdinando Latteri dell'Mpa, Sergio Piffari di Idv, Marco Fedi e Maria Paola Merloni del Pd e Anna Teresa Formisano e Luca Volontè dell'Udc. Alla chiama non ha risposto neppure il liberaldemocratico Italo Tanoni. L'unico gruppo presente con il 100% dei suoi deputati è stato Iniziativa Responsabile.
Umberto Bossi con il ministro Roberto Calderoli, il capogruppo Marco Reguzzoni e il sottosegretario Francesca Martini (Ansa) |
QUATTRO MESI - Incassato il fisco municipale, Bossi guarda ora al prossimo decreto legislativo, quello sul fisco regionale e provinciale con la complicata partita dei costi standard della sanità: «Arriva la parte più difficile», riconosce il leader leghista. Forse anche per questo da Roberto Calderoli è arrivato l'annuncio che con ogni probabilità i tempi della delega saranno prorogati di 4 mesi: il ministro leghista porterà la richiesta in Cdm, e se è accolta la delega scadrà non più il 21 maggio ma il 21 settembre. Quattro mesi in più per scrivere il federalismo, ma 4 mesi in più anche per il governo.
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