Franco Frattini alla Camera (LaPresse) |
«NECESSARIO RESTARE UNITI» - La situazione in Libia è «gravissima» e a renderla ancora più preoccupante sono i propositi espressi a Gheddafi in cui «la volontà di colpire il suo stesso popolo, determina una situazione di guerra civile tra aree e province in cui ci sono gruppi che si combattono con bande e squadroni della morte che compiono raid, oltre a tutto questo, il tragico bilancio sarà un bagno di sangue. È una analisi - ha spiegato il titolare della Farnesina alla Camera - che ho condiviso con molti governo europei e non europei». Dinanzi a questo quadro, il ministro ha invocato l'unità del Paese. «È necessaria», ha detto, avanzando la proposta di «una consultazione permanente di tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, che si renderanno disponibili». «Sta a voi deputati decidere le modalità» di questa consultazione con il Parlamento, ha aggiunto il titolare della Farnesina.
REAZIONI - Il Pd giudica tardiva la condanna delle violenze da parte dell'Italia. «Il nostro impegno - ha detto Alessandro Maran - non è in discussione ma sarebbe ora di accantonare la politica del "cucù", di Berlusconi». Apre alla proposta di una gestione bipartisan dell'emergenza anche il leader Udc Pier Ferdinando Casini. «Accetto questa impostazione che lei ha dato» ha detto il numero uno dei centristi rispondendo a Frattini. Casini, però, ha anche rivendicato di aver avuto una linea diversa da quella della maggioranza sul rapporto con la Libia: «Rivendico che noi, insieme a Idv e radicali, abbiamo votato contro un trattato che era eccessivamente condiscendente verso il regime Gheddafi». A tal proposito, Edmondo Cirielli (Pdl), presidente della Commissione Difesa, ha invitato Frattini, a denunciare, «come primo atto coerente e conseguente alla sua relazione», il Trattato di Amicizia Italia-Libia.
«RISCHIO ISLAMISMO RADICALE» - Sulle accuse di Gheddafi al nostro Paese di aver fornito razzi ai manifestanti, Frattini non ha usato mezzi termini, accusando il Colonnello di «retorica anti-italiana». A preoccupare il titolare della Farnesina è poi la nascita in Cirenaica «di un emirato islamico della Libia dell'est». «È collocato - ha detto Frattini - a poche centinaia di chilometri dall'Ue ma niente può giustificare l'uccisione violenta di centinaia di civili innocenti. A questo ha reagito unanimemente dopo una seria approfondita riflessione l'Unione Europea, la comunità internazionale».
LA TELEFONATA BERLUSCONI-GHEDDAFI - Nel suo intervento in Aula, il ministro degli Esteri è anche tornato sulla telefonata di martedì tra Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi: il premier, ha spiegato, ha chiesto al leader libico la «sospensione immediata delle violenze», ma «la risposta è stata la ripetizione dell'analisi già pubblicamente enunciata in tv». Un capitolo a parte Frattini lo ha dedicato ai connazionali e alle aziende italiane presenti in Libia, oltre che alla questione della fornitura di gas. Il titolare della Farnesina non ha nascosto le preoccupazioni sue e del governo per le ricadute negative che la crisi in Libia avrà nel settore infrastrutture: vi sono imprese italiane impegnate nel Paese e interessate in accordi per 4 miliardi di euro, ha specificato. Quanto alla'interruzione della fornitura di gas dalla Libia, «è una conseguenza che l'Italia può sostenere», grazie alle forniture da Algeria, Azerbaijan, Russia e Paesi del Golfo. Il ministro ha poi annunciato che sono stati già rimpatriati dalla Libia 400 italiani e che mercoledì un aereo dell'aeronautica militare si recherà nel Paese nordafricano con «squadre di pronto intervento» per contribuire alle operazioni di rimpatrio degli altri connazionali. sul territorio europeo, ma di un meccanismo serio di ripartizione degli oneri economici, sociali e anche umani del flusso migratorio che uno o più Paesi membri, in particolare del Mediterraneo, potrebbero subire»
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